Fitoterapia
Le piante sono sempre state utilizzate per curare l’uomo e di recente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che almeno l’80% della popolazione mondiale trova nelle piante una valida fonte terapeutica. Ecco come la fitoterapia è tornata in auge nella prevenzione e nella cura delle patologie più lievi.
La fitoterapia, dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura) è quella pratica che prevede l’utilizzo di piante o dei loro estratti per il mantenimento del benessere psicofisico e la cura di malattie. D’altronde, nel corso dei millenni, le piante sono sempre state utilizzate per curare l’uomo e di recente, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che almeno l’80% della popolazione mondiale trova nelle piante la principale fonte terapeutica.
Ma attenzione. Non si tratta di una medicina alternativa. La fitoterapia è una branca della farmacologia; solo che invece di basarsi sulla somministrazione di farmaci di sintesi, si regola sull’utilizzo di piante e altri vegetali per curare l’organismo. Farmacologia e fitoterapia si distinguono anche per come agiscono sull’organismo: mentre il farmaco di sintesi agisce in base al suo principio attivo colpendo un solo organo o un unico processo, il fitocomplesso, ossia l’insieme dei componenti chimici di una pianta, agisce ad ampio raggio garantendo un’azione più blanda, ma nello stesso tempo molto efficace. E tutto questo è dettato dalla natura. Mi spiego meglio riportando un esempio. Se accusassi un disturbo al fegato come prima cosa potrei variare la mia dieta alimentare, introducendo i carciofi. Perché? Per il semplice fatto che il carciofo è un vero toccasana per il fegato per più motivi: i flavonoidi svolgono un’azione protettiva, gli acidi organici stimolano i succhi gastrici e le sostanze amare come la cinarina agiscono sul metabolismo lipidico riducendo la produzione di colesterolo e trigliceridi. Certo, nel momento in cui il disturbo perdura e non tende a diminuire una visita dal proprio medico di fiducia è la cosa più corretta da fare, senza aspettare ulteriore tempo. La crescente tendenza ad abusare di farmaci e antibiotici ha portato inevitabilmente a pensare a nuove vie alternative. Sono diverse le strade da provare per risolvere l’uso eccessivo di farmaci, semplici azioni come variare le proprie abitudini alimentari o seguire uno stile di vita più sano. La fitoterapia, che era stata parzialmente abbandonata con la produzione dei primi farmaci di sintesi, negli ultimi decenni è tornata in auge come rimedio più blando nella prevenzione e nella cura delle lievi patologie, ma anche come medicina da integrare a quella ufficiale. Da una ricerca pubblicata su Annals of Oncologydel 2005, che ha coinvolto 14 Paesi per un totale di 956 pazienti, è emerso che il 73,1% dei pazienti oncologici in Italia si sottopone a trattamenti complementari alla medicina convenzionale, tra cui le più utilizzate sono quelle a base di erbe.
Nell’ambito delle cure naturali la possibilità di confondersi tra diverse branche è alta. Vediamo quindi di capire, per esempio, perché la fitoterapia è a volte confusa con l’omeopatia e l’allopatia.
Come già abbiamo spiegato, la fitoterapia è un tipo di cura che si basa sull’utilizzo delle piante e dei loro principi attivi. Viene considerata una cura naturale, ma la sua efficacia non è da sottovalutare, anche perché l’effetto dei principi attivi contenuti nelle piante possono anche risultare tossici o velenosi, se impiegati superficialmente.
La fitoterapia è un metodo di cura che segue un approccio terapeutico di tipo allopatico, perché cura la malattia cercando rimedi che la contrastino.
Al contrario l’omeopatia, dal greco antico omoios (voce) e pathos (malattia) è un metodo terapeutico che consiste nel curare la malattia con sostanze simili a quelle che l’hanno generata, ma generalmente in dosi molto basse, le cosiddette diluizioni omeopatiche. Il principio seguito in questo caso è quello del “similia similibus curantur”, prende quindi le distanze da fitoterapia e allopatia.
Quello che non bisogna fare è affidarsi al fai da te. L’aloe, per esempio, viene impiegata per ridurre alcuni effetti collaterali della radioterapia come il rossore, il gonfiore e la desquamazione della pelle; ma è anche vero che l’assunzione di aloe ha un’azione irritante sulle pareti intestinali e per questo motivo è sconsigliata a chi già è affetto da problemi all’intestino. Non bisogna quindi mai dimenticarsi che tutte le erbe portano dei benefici, ma possono avere anche delle controindicazioni, degli effetti collaterali o delle interazioni con altri farmaci.
Non improvvisare mai una cura a base di erbe, consulta prima il tuo medico curante ed eventualmente un fitoterapeuta che possa spiegarti le condizioni di impiego, gli eventuali effetti indesiderati e le interazioni con altri prodotti farmacologici dei preparati fitoterapeutici.
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Zaccheo Inf. Giupponi
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